Wear the Difference
Wear the Difference è un progetto che ha preso vita nel 2015, ma che viene rinnovato ogni anno con campagne di sensibilizzazione che mirano a promuovere attenzione sulla realtà della discriminazione verso tutte le realtà più deboli della popolazione promuovendo l’uso di un abbigliamento etico e puntando l’attenzione sull’integrazione lavorativa e sullo scambio possibile tra realtà e soggetti differenti.
Accostare i mondi dell’Impresa Sociale e del Fashion Design sembrava un’impresa ardua e invece è stata una idea vincente che ha scatenato la sensibilità e l’entusiasmo delle personalità più diverse coinvolte in questo progetto. Direttore e personale del Museo Riso, e del Polo Museale di Terrasini dove si è svolta la seconda edizione, utenti ed artigiani, pittori, stilisti, operatori sociali, disabili e detenuti, allievi dell’accademia delle belle arti di Palermo che hanno realizzato il logo del progetto, volontari, sponsor ed operatori commerciali, emigrati ed immigrati, insieme in un meltin’pot che si è declinato in varie iniziative di sensibilizzazione.
Sono stati realizzati laboratori creativi, incontri sociali e culturali per coinvolgere attivamente i cittadini sui temi proposti, seminari, mostre e un’ asta benefica in cui era possibile acquistare le bluse e un finissage con l’ esposizione di opere d’ arte tessile a palazzo D’ Aumale di Terrasini; siamo partiti dall’idea che dopo alcuni anni di rodaggio, era necessario acquisire nuove responsabilità ed uscire allo scoperto mostrandoci per farci riconoscere. We ar The Difference, noi facciamo la differenza anche scegliendo una moda etica, indossando un messaggio da divulgare.
Le bluse cucite nei laboratori della Sartoria Sociale da immigrati, detenuti, persone con svantaggio seguite da sapienti artigiani, sono state “ritagliate” rispettando l’opera degli artisti che hanno detto NO alle discriminazioni sposando questo progetto. Sono diventati capi unici indossabili in varie occasioni con la consapevolezza che non si veste soltanto una manifattura artistica e artigianale, ma si porta in giro una storia. Affidare tele di valore e di estrema bellezza alle mani di chi si è sentito respinto e giudicato, ha contribuito a realizzare capi singolari il cui valore contribuirà a sostenere il percorso di avvio alla produttività di persone discriminate.
Gli artisti e i maestri finora coinvolti sono stati: Grazia Inserillo, Vincent Billeci, Alice Cammarata, Roberta Failla e Mauro Crimi, Alessandro Bazan, Vincent Billeci, Davide Bramante, Ilaria Caputo, Salvatore Caputo, Maurilio Catalano, Andrea Celestino, Francesco De Grandi, Stefania Di Lorenzo, Anna Kennel, Otama Kiyoara (insieme al liceo artistico Vinvenzo Ragusa), Renzo Meschis, Marco Mirabile, i volontari dell’ associazione Progetto Itaca, Lanfranco Quadrio, Vanni Quadrio, Croce Taravella, l’unione italiana ciechi, Enzo Venezia, Antonio Presti, Rossella Calvi, Agnese Giglia.